La storia

Ci troviamo in val Boreca, nel cuore delle 4 province. Dove i confini tra Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia sono un concetto astratto, cartografico, burocratico ma dove la cultura è univoca con le vicine valli Borbera e Staffora.  

Capannette di Pei con l’albergo, le case di villeggiatura circostanti e la chiesetta degli alpini dedicata alla madonna della salute, costituisce il centro abitato più elevato della provincia di Piacenza e il più occidentale dell’Emilia Romagna nel comune di Zerba .                                                          

L’albergo viene edificato nei primi anni del 20° secolo, probabilmente ricavato da un edificio agricolo usato per ricoverare animali nella stagione estiva quando le mandrie dal paese di Pei venivano portate al pascolo in questa zona.

Ad iniziare l’attività furono Tambussi Angelo,detto angiolino, già titolare della locanda del paese di Pei e il fratello Giuseppe detto Geppo. La locanda del paese era il posto dove si fermavano i cosiddetti mulattieri ovvero le persone che viaggiavano per queste montagne trasportando merci o gente a dorso di mulo, unico mezzo di trasporto dei tempi insieme al cavallo. Nella bella stagione uno dei fratelli si trasferiva all’albergo in altura.

l’apertura andava da giugno a settembre e oltre a servire sempre come punto di sosta per commercianti e animali ospitava i primi turisti, per lo più essi appartenevano a famiglie benestanti provenienti dalle province confinanti : Genova, Pavia, Alessandria, disposti a sobbarcarsi un lungo viaggio a dorso di mulo con relative spese per l’affitto degli animali.

Altri frequentatori erano sicuramente “alpinisti” che spronati dalle sezioni del club alpino italiano e di altri gruppi di recente fondazione andavano all’avventura e alla scoperta dell’Appennino.

Altri clienti sul finire della bella stagione erano cacciatori che provenivano sempre dai territori circostanti. nell’anno 1939 l’albergo Capannette di Pey grazie ad un lavoro.

Imponente per quei tempi assume la struttura attuale per via di una profonda ristrutturazione voluta da carlo tambussi, il materiale venne portato quassù tutto a dorso di mulo .

Dopo la seconda guerra mondiale l’attività riprese come al solito.
Nei mesi estivi è Carlo Tambussi, figlio di Geppo, coadiuvato dalla moglie Teresa e dai  figli a  condurre l’albergo. verso la metà degli anni 50 ,la famiglia Tambussi cede la locanda di Pei e l’albergo diventa l’unica attività. L’apertura viene allungata, con l’arrivo delle prime strade sui versanti alessandrino e pavese si apre per il primo maggio e si arriva a ridosso dell’inverno, ma anche in inverno qualche turista comincia ad arrivare, nel 1964/65 si realizza l’impianto di riscaldamento e l’albergo da allora fino al 2019 rimane aperto tutto l’anno.